Il consiglio editoriale del WaPo quasi diventa libertario nel criticare "Generale Zohran Mamdani": "È iniziata una nuova era di guerra di classe a New York, e nessuno è più entusiasta del Generale Zohran Mamdani... In 23 minuti arrabbiati, intrisi di politica identitaria e pieni di risentimento, Mamdani ha abbandonato il suo atteggiamento calmo e ha chiarito che la sua visione della politica non riguarda l'unità. Non riguarda il permettere alle persone di costruire vite migliori per se stesse. Riguarda l'identificazione dei nemici di classe — dai proprietari che approfittano degli inquilini ai “capitani” che sfruttano i lavoratori — e poi schiacciarli. Il suo obiettivo non è aumentare la ricchezza, ma distribuirla a gruppi privilegiati. La parola “crescita” non è apparsa nel discorso, ma il Presidente Donald Trump è stato menzionato otto volte... Le vite delle persone, nel mondo di Mamdani, possono essere migliorate solo dal governo: “Dimostreremo che non esiste problema troppo grande perché il governo lo risolva, e nessuna preoccupazione troppo piccola perché se ne prenda cura.” La folla ha applaudito, ovviamente, ma una persona pensante potrebbe chiedersi se sia positivo per l'istituzione che ha il monopolio sulla violenza insistere che nulla è al di fuori della sua portata."